BABILONIA TEATRI

PER UN TEATRO POP.
PER UN TEATRO ROCK.
PER UN TEATRO PUNK.

Babilonia Teatri è una formazione entrata con passo deciso nel panorama teatrale contemporaneo distinguendosi per un linguaggio che a più voci viene definito pop, rock, punk.

I fondatori del gruppo, Enrico Castellani e Valeria Raimondi, compongono drammaturgie dall’incedere unico, sorta di litanie scolpite nelle contraddizioni dell’oggi, portate in scena con attitudine ribelle. Hanno indagato diverse angolazioni della vita di provincia, cristallizzandola come microcosmo di un dolore universale, affrontato con coraggio dissacrante. Coraggio che è valso al gruppo il prestigioso Leone d’argento della Biennale di Venezia.

Babilonia Teatri si caratterizza per il suo sguardo irriverente e divergente sull’oggi che mostra i nervi scoperti del nostro tempo. Per uno stile fuori dagli schemi che intende il teatro come specchio della società e della realtà. Attraverso l’uso di nuovi codici visuali e linguistici esprime la necessità e l’urgenza dell’interrogazione, per far emergere conflitti e tensioni, con ironia e cinismo, affetto e indignazione.

  • 2018
    Nomination Premio Ubu
    Migliore nuovo testo italiano o scrittura drammaturgica
  • 2018
    Nomination Premio Ubu
    Miglior progetto sonoro o musiche originali
  • 2016
    Leone d’Argento della Biennale di Venezia
  • 2013
    Premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro
  • 2012
    Premio Franco Enriquez per l’impegno civile
  • 2012
    Premio Hystrio alla Drammaturgia
  • 2011
    Premio Ubu
    Miglior novità italiana/ricerca drammaturgica
  • 2010
    Premio off Teatro Stabile del Veneto
  • 2010
    Premio Vertigine
  • 2009
    Premio dello spettatore Teatri di Vita
  • 2009
    Premio Speciale Ubu
  • 2008
    Nomination
    Premio Ubu miglior novità italiana/ricerca drammaturgica
  • 2007
    Premio Scenario
La notte poco prima della foresta è un totem al quale ci avviciniamo con slancio e timore insieme, per dare vita a un corpo a corpo con le parole, per sussurrarle e gridarle insieme. Non avremmo avuto l’ardore di metterci in bocca le parole di Koltès senza prima averle masticate, digerite e risputate fuori attraverso la nostra lingua madre: una lingua sporca, a metà strada tra lo slang e il dialetto: la lingua della pancia, dell’istinto, dell’umore, dell’amore, della verità, del non mediato. La durezza e la poesia della lingua madre ci permettono di aderire a Koltès: di sporcare le parole, di assegnargli un ritmo e un suono che ci appartengono, quello della strada, dello straniero, dell’amore. Due voci per un monologo: una parlata ed una segnata. Due voci che si contrappongono, si incontrano e si moltiplicano: che si fanno voce sola, che si fanno unisono, che si fanno mondo. Due voci a dialogare con una terza voce: la voce della musica elettronica suonata live sulla scena. Un gioco di specchi in cui lingue diverse si intrecciano e dialogano tra loro.

A partire da “La Repubblica” di Platone e, in particolare, dal concetto di città ideale che l’autore tratteggia nell’opera, Babilonia Teatri realizzano il progetto POLIS/CITY/CITTA’ interrogandosi su quali siano le caratteristiche della città in cui oggi abitiamo. POLIS/CITY/CITTA’ è un percorso che si snoda per le vie di Veronetta.

Gli spettatori verranno guidati attraverso il quartiere e le voci, i suoni e i rumori che ascolteranno in cuffia consegneranno loro una mappa insieme emotiva e topografica del quartiere. Daremo voce a quello che si vede e a quel che in genere rimane nascosto sotto la superficie, dietro le vetrine, tra le mura di casa, sotto il manto stradale, all’interno delle chiese, delle scuole, degli autobus.

Il quartiere ospita buona parte degli edifici e delle facoltà dell’Università di Verona. E’ allo stesso tempo un quartiere storico della città e il quartiere maggiormente multietnico. All’interno del quartiere convivono mondi paralleli che spesso non si intersecano e non si toccano, ognuno procede su strade parallele.

Nell’indagine saranno coinvolti anche alcuni studenti dell’Università di Verona, in quanto abitanti del quartiere con specifiche caratteristiche. Sono abitanti anomali, part-time, che del quartiere generalmente fanno un uso e consumo strettamente legato alla frequentazione universitaria e ai locali circostanti. Il loro punto di vista può gettare uno sguardo ulteriore sul quartiere, sulle sue fratture, le sue possibilità e le sue contraddizioni.

Con Abracadabra Babilonia Teatri intreccia magia e morte. Si interroga sulla capacità della magia, vera o presunta, di sovvertire le leggi di natura. Si chiede se il suo immaginario possa qualcosa anche nei confronti della fine.
Un vero prestigiatore, sul palco insieme a un’attrice e agli stessi registi, seduce gli spettatori. La magia sublima la realtà, la rende migliore, ci permette di guardarla con prospettive inconsuete.
Abracadabra vuole essere uno spettacolo per rendere più lieve la morte e per restituire alla magia una profondità che troppo spesso, nella nostra cultura, non le viene riconosciuta.
Quotidiana e inaudita è la morte, quotidiana e inaudita è la magia. Rituali sono i riti funebri, rituali sono i riti magici.
Lo spettacolo è un racconto per parole ed immagini dove i corpi fanno i conti con la temporaneità della loro presenza. Un racconto dove la magia delle magie, la sparizione ultima, verrà evocata attraverso la prestigiazione.

BABILONIA TEATRI ALLA GUIDA DI PERGINE SPETTACOLO APERTO

“Immaginare un festival per noi significa creare un’opera artistica. Significa mettersi in dialogo con la sua storia e col suo territorio per provare allo stesso tempo a dargli voce e ad esserne elemento di stimolo e di crescita. Vorremmo creare un festival in cui accogliere insieme artisti e pubblico, per metterne il teatro al centro e farne luogo di incontro e di scontro: di scambio reciproco. Un festival che sappia accostare, sovrapporre e intersecare linguaggi, generazioni e tradizioni diverse.”